concept
un progetto di:
Didymos_ Alessia Certo e Giulia Vannucci
a cura di:
Martina Cavallarin
at Galleria Ellebi, Cosenza, dal 20 gennaio al 24 febbraio 2018
“Nel tentativo di dubbio, che è connesso con una tesi (…), la messa fuori circuito si realizza in e con una modificazione dell'antitesi, e precisamente nell'“ipotetica posizione”(Ansetzung) del non-essere, che forma quindi la base complementare del tentativo di dubbio.” […]
Edmund Husserl
Il dato empirico, la sua misurazione e classificazione attraverso i modelli della scienza applicata, costituiscono la nostra quasi assoluta prospettiva conoscitiva, entro la quale ci muoviamo e ci riconosciamo. La pretesa di inequivocabilità della scienza applicata, costituisce la nostra convinzione condivisa della conoscenza della realtà, rischiando di spegnere il nostro senso critico e la capacità di trascendere il reale.
Tentativo di dubbio parte da questi presupposti volgendo lo sguardo all'obiettivo di un'aporia conoscitiva, definendo un incubatore di meditazione dialettica verso l'interiorità dell'essere. Si tratta di un processo nel quale la realtà data, e il giudizio vengono messi tra parentesi, fuori circuito.
Tentativo di dubbio ha una forma aperta e circolare che procede fallimento per fallimento; si sviluppa in una serie di tentativi costituiti da una traccia audio e un esperimento installativo.
I materiali impiegati sono carta, vetro, cera e piombo, e sono scelti per le proprie qualità fisiche. Questi, inevitabilmente, hanno bisogno di supporti tecnici per poter sviluppare azioni e relazioni: pinze, elastici, calamite, piccole apparecchiature elettriche.
Tra le due parti che compongono l'opera si crea una dinamica di resistenze, per cui gli assunti di una non possono essere validi nel sistema dell'altra. Così, in una reciproca negazione, la sospensione creativa e la pura materialità, generano uno spazio vuoto e in potenziale.
Il dubbio permette di muoversi da un livello di conoscenza all'altro, senza l'obbligo di escludere alcuna ipotesi.
Il visitatore è invitato a perdersi, a toccare e ad ascoltare, a mettere in relazione la visione materiale con quella interiore, in un tentativo che si basa su una serie di fallimenti reiterati e un processo d’interazione, senza soluzione di continuità, tra tutti i soggetti coinvolti.
L’opera si compone di tre registratori vocali digitali, su ognuno dei quali sono registrate otto tracce con gli otto tentativi; i visitatori potranno usarli quasi come se fossero delle audio-guide, anche se queste guide serviranno per perdersi. A ogni tentativo corrisponde un numero, lo stesso della traccia sul registratore vocale.
Un percorso, metafisico, materiale, alchemico ed estetico, che lascia da parte ogni giudizio o ricordo individuale. Crea dinamiche di resistenza, sviluppa aporie conoscitive, distrugge ogni sicurezza per aprirsi ad infinite possibilità del reale. Mettendo il dubitare come disposizione fondamentale per la sopravvivenza antropica; proponendo una visione flessibile, meditativa, intuitiva e intenzionale.
LINKS:
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martina cavallarin
galleria ellebi
Didymos_ Alessia Certo e Giulia Vannucci
a cura di:
Martina Cavallarin
at Galleria Ellebi, Cosenza, dal 20 gennaio al 24 febbraio 2018
“Nel tentativo di dubbio, che è connesso con una tesi (…), la messa fuori circuito si realizza in e con una modificazione dell'antitesi, e precisamente nell'“ipotetica posizione”(Ansetzung) del non-essere, che forma quindi la base complementare del tentativo di dubbio.” […]
Edmund Husserl
Il dato empirico, la sua misurazione e classificazione attraverso i modelli della scienza applicata, costituiscono la nostra quasi assoluta prospettiva conoscitiva, entro la quale ci muoviamo e ci riconosciamo. La pretesa di inequivocabilità della scienza applicata, costituisce la nostra convinzione condivisa della conoscenza della realtà, rischiando di spegnere il nostro senso critico e la capacità di trascendere il reale.
Tentativo di dubbio parte da questi presupposti volgendo lo sguardo all'obiettivo di un'aporia conoscitiva, definendo un incubatore di meditazione dialettica verso l'interiorità dell'essere. Si tratta di un processo nel quale la realtà data, e il giudizio vengono messi tra parentesi, fuori circuito.
Tentativo di dubbio ha una forma aperta e circolare che procede fallimento per fallimento; si sviluppa in una serie di tentativi costituiti da una traccia audio e un esperimento installativo.
I materiali impiegati sono carta, vetro, cera e piombo, e sono scelti per le proprie qualità fisiche. Questi, inevitabilmente, hanno bisogno di supporti tecnici per poter sviluppare azioni e relazioni: pinze, elastici, calamite, piccole apparecchiature elettriche.
Tra le due parti che compongono l'opera si crea una dinamica di resistenze, per cui gli assunti di una non possono essere validi nel sistema dell'altra. Così, in una reciproca negazione, la sospensione creativa e la pura materialità, generano uno spazio vuoto e in potenziale.
Il dubbio permette di muoversi da un livello di conoscenza all'altro, senza l'obbligo di escludere alcuna ipotesi.
Il visitatore è invitato a perdersi, a toccare e ad ascoltare, a mettere in relazione la visione materiale con quella interiore, in un tentativo che si basa su una serie di fallimenti reiterati e un processo d’interazione, senza soluzione di continuità, tra tutti i soggetti coinvolti.
L’opera si compone di tre registratori vocali digitali, su ognuno dei quali sono registrate otto tracce con gli otto tentativi; i visitatori potranno usarli quasi come se fossero delle audio-guide, anche se queste guide serviranno per perdersi. A ogni tentativo corrisponde un numero, lo stesso della traccia sul registratore vocale.
Un percorso, metafisico, materiale, alchemico ed estetico, che lascia da parte ogni giudizio o ricordo individuale. Crea dinamiche di resistenza, sviluppa aporie conoscitive, distrugge ogni sicurezza per aprirsi ad infinite possibilità del reale. Mettendo il dubitare come disposizione fondamentale per la sopravvivenza antropica; proponendo una visione flessibile, meditativa, intuitiva e intenzionale.
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